Salvatore Iacopino | Famiglia Iacopino da Bagaladi
Iacopino, Palizzi, Bagaladi, Genealogia
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Storia di famiglia Cap. 1 Fine Settecento

Palizzi Bagaladi

Storia di famiglia Cap. 1 Fine Settecento

BAGALADI (R.C.)

Al centro di questo lavoro, insieme alla storia di quel ramo della famiglia Iacopino cui io appartengo, vi è il paese di Palizzi, in Calabria, da dove la famiglia proviene e del quale sono riportati all’interno alcuni momenti di vita.  Ma – ed è questa, una delle interessanti scoperte – la storia che segue non inizia a Palizzi bensì a Bagaladi, un Paese posto ad una quarantina di chilometri a nord ovest di Palizzi.

Pasquale Iacopino.  Il primo dei miei antenati diretti di cui ho notizia (e quindi l’ultimo parente in linea diretta cui sono giunto con questa ricerca a ritroso nel tempo) non viveva a Palizzi bensì, appunto, a Bagaladi. Si chiamava Pasquale Iacopino, nato tra il 1769 e il 1774, era il mio quintisavolo, vale a dire: il nonno del nonno di mio nonno. In pratica, quella dei nostri figli, è l’ottava generazione rispetto all’antenato di cui sto parlando.

Domenica Lafaci.  La moglie di Pasquale si chiamava Domenica Lafaci, nata a Bagaladi nel 1773 da Lorenzo Lafac(e) e Rosa Cutri.  L’atto di battesimo, trovato presso gli archivi parrocchiali di Bagaladi, di un’altra Domenica “Laface” (figlia di Francesco e di Flavia Barreca), mi stava portando fuori strada, ma in seguito si è rivelato essere solo un’omonia.

Calabria, Palizzi, Bagaladi, Iacopino

Negli anni a cavallo tra Settecento e Ottocento, quindi, Pasquale Iacopino e la  moglie erano domiciliati a Bagaladi, piccolo borgo di quella che agli inizi del 1800 si chiamava ancora Provincia di Calabria Ulteriore, nel Regno borbonico delle Due Sicilie.

Come è noto, sin dall’età medievale il territorio calabrese era diviso in due province chiamate: Calabria citeriore (Calabria latina) e Calabria ulteriore (Calabria greca), corrispondente, quest’ultima, all’area più meridionale dell’attuale Calabria.

Dopo l’avventura napoleonica, la restaurazione borbonica  procedette anche ad un riordino amministrativo, per cui l’antica Provincia di Calabria Ulteriore fu sdoppiata in due nuove province: la Calabria Ulteriore Seconda, con capoluogo Catanzaro e la Calabria Ulteriore Prima, con capoluogo Reggio, divisa nei distretti di Reggio, Gerace e Palmi.

Agli inizi dell’Ottocento, quindi, il territorio al cui interno era compreso  il borgo di Bagaladi, si chiamava ancora Provincia di Calabria Ulteriore. Qui, il  7 settembre 1801 ritroviamo Pasquale Iacopino fare da padrino di battesimo al piccolo Pasquale Quattrone. Così annotava il Parroco di Bagaladi nel Libro dei battesimi:

<<natus fuit filius Pauli Quatrone et Concessa Zumbo cui imposi nomine Paschalis. Patrinus fuit Paschalis Jacopino>>

 

A Bagaladi, Pasquale svolgeva la professione di mastro ferraio;  qui egli visse con la moglie, Domenica Lafaci, e qui nacquero i suoi figli.

All’alba del secolo, esattamente il 4 gennaio 1801 venne al mondo il primo figlio. Gli fu dato nome Vincenzo Domenico, un nome (Vincenzo) che sarà molto presente nella nostra famiglia.

Il 20 maggio 1802 nacque il piccolo Tomaso (mio quadrisavolo).

La mattina del 6 agosto 1810 fu la volta di una femminuccia, cui furono imposti i nomi di Angiola Caterina.

Meno di due anni dopo, il 25 luglio 1812, mastro Pasquale Iacopino era di nuovo presso gli uffici dello stato civile del Comune di Bagaladi per dichiarare che: “all’ore quindici di detto giorno ha partorito la di lui moglie Domenica Lafaci, donando alla luce una bambina di sesso femminile, nata in costanza del suo legitimo matrimonio”  a cui si è dato il nome di Antonina.

Circa tre anni dopo, un altro figlio arrivò in casa di Pasquale e Domenica e fu chiamato Francesco. Il piccolo però visse ben poco: morì, infatti, il 30 gennaio 1818, all’età di appena due anni.

In quei giorni la madre del piccolo Francesco doveva essere nuovamente incinta poiché meno di otto mesi dopo, il 28 settembre 1818, diede alla luce un altro bambino, cui – com’era facilmente prevedibile – fu dato lo stesso nome del fratellino morto da poco, Francesco. Madrina fu Maria Teodora Jacopino.

Di questi figli di Pasquale conservo i relativi Atti di nascita e, nel caso di Francesco, l’Atto di morte. In seguito ho scoperto che ci fu anche un altro figlio, Antonino, nato intorno al 1817.

 

Anni dopo, sempre a Bagaladi, la mia quintisavola, Domenica Laface (moglie di Pasquale), farà da testimone alle nozze di Gregorio Lucisano e  Antonia Pontari.

Morte di Pasquale  Iacopino e di Domenica Lafaci

 

Negli anni successivi la famiglia di Pasquale e Domenica si trasferirà da Bagaladi al vicino Comune di Condofuri, stabilendovi la residenza definitiva.

Pasquale  Iacopino morirà a Condofuri il 15 gennaio 1848. L’Atto ufficiale riporta la “morte avvenuta alle ore 11, di mastro Pasquale Iacopino, nato in Bagaladi, di anni 85, di professione Ferraio, domiciliato in Condofuri.”

La moglie di Pasquale, Domenica Lafaci, morirà a  Bruzzano otto anni dopo il marito, il 22.10.1856.

OLTRE  PASQUALE?

Al momento non dispongo di documenti che attestino l’esatta data di nascita di Pasquale Iacopino, la quale si colloca comunque certamente tra il 1763 e il 1774. È questo, infatti, l’intervallo temporale che si ricava dall’età, spesso diversa e alquanto approssimativa, che di volta in volta gli è stata attribuita nei documenti di nascita dei figli e nel suo atto di morte. Secondo quanto annotato nel Registro dei Defunti,  alla data della sua morte Pasquale avrebbe avuto 85 anni; il che vuol dire che sarebbe nato intorno al 1763, ma dall’età attribuitagli nei documenti di nascita dei figli si ricava ora il 1770 ora il 1774. In ogni caso, poiché sappiamo dall’Atto di morte essere nato a Bagaladi e avendo io potuto controllare i Registri  di Battesimo dal 1763 al luglio 1769, l’intervallo teorico (1763-1774) diventa di fatto 1769-1774.

 

Comunque sia, al di là dell’esatta data di nascita di Pasquale, il problema principale è rappresentato dal fatto che nell’Atto di morte, di cui posseggo una copia, non figurano i nomi dei genitori. E ciò  –  unitamente alla mancanza dell’Atto di battesimo – rappresenta un serio impedimento alla possibilità di continuare la ricerca a ritroso nel tempo.