Salvo Iacopino ha trattenuto nei cassetti fino ad oggi le sue liriche, affinandole e “limandole”. Pubblica ora questa raccolta, suddivisa in più sezioni, perché ritiene che solo ora ogni parola sia stata piegata e modellata secondo un suo personale canone di efficacia, di sonorità e bellezza: <<parole a volte aguzze come lame>>.
Intimamente legato alla tradizione, per lui non conta solo scrivere sotto ispirazione, ma anche operare con sforzo ostinato per scostare il superfluo e far apparire la poesia nella sua lucentezza. (G. Possa)